Sabato 12 novembre è iniziata la mia nuova avventura ad Asolo con Asile’s World.
Tanta, tantissima gente è salita per vedere che combino; tante persone care che ho avuto molto piacere ci fossero in un momento importante come questo, e che mi hanno dato il coraggio per portare avanti questo progetto.
Asile’s World è una scommessa aperta, un puntare alla roulette russa di sé stessi, crederci veramente è una prerogativa essenziale, “o la va o la spacca” è il motto per quest’avventura.
Ce la faranno gli eroi…?
Spero proprio di sì, o meglio, ce la metterò tutta perché questo accada.
Non è stata semplice la decisione, tante le carte in tavola, e poi la scelta del luogo giusto dove aprire qualcosa che è diverso da uno studio di comunicazione ma diverso anche da un negozio di oggettistica. Tre le città prescelte ma alla fine è stata Asolo a stregarci: fin da bambina mi ha affascinato, con i suoi vicoli, la piazza, la vita di borgo, sembra di stare sempre a Natale anche a luglio, la magia dei suoi personaggi, passati e presenti. Allora è iniziata la ricerca del posto giusto, della mini stanza dove iniziare questa nuova avventura, e così ci siamo innamorati di quel piccolo negozio di 17 mq sotto al porticato della Fontanella Zen, proprio all’ingresso della città.
Le idee son state tante per sistemarlo e valorizzarlo, e tante le persone che hanno permesso questo, e tutte che fanno parte della mia famiglia. Prima prerogativa fondamentale: LUCE, tanta luce, luce a giorno anche a mezzanotte: e luce fu. Grazie a Luca, mio marito, e alla sua competenza sul tema, è stato possibile realizzare un progetto illuminotecnico ad hoc, che valorizzasse, sì i prodotti all’interno, ma anche quel meraviglioso luogo che è la fontanella con il suo porticato, come se timido avesse avuto paura fino a questo momento di mostrarsi alla sua bellezza di porta d’entrata ed uscita della città.
In tre settimane siamo riusciti a preparare il negozio così come si vede, grazie a degli super zii, maestri nel loro lavoro, tra mastro del ferro e artista con ogni cosa che prende in mano, e mastro del colore e di tutto quello che ha a che fare con l’abbellimento degli immobili. Da una struttura-baldacchino, siamo arrivati ad una parete traforata in acciaio corten, una scenografia d’impatto che si dovesse vedere dalla strada, retro illuminata da una luce calda, che permettesse di scaldare tutto l’ambiente ma che al tempo stesso non fosse troppo fuori luogo, troppo moderna. Tocco di maestria di chi l’ha realizzata l’aver inserito la porta sotto questa gabbia metallica.
Problema era, che appena entrati, esisteva un controsoffitto basso e marrone, che rendeva la stanza, già piccola che era, angusta e ancora più piccola. Dipingendola di bianco e mettendo la parete di metallo, siamo riusciti a conferirle un impatto visivo di altezza e ariosità.
Altra opera su misura, le mensole a cremagliera che permettono una vastità di soluzioni per posizionare i prodotti.
Un altro contributo è arrivato per gli arredi, grazie ad un amico di famiglia che tratta mobili e altro d’antiquariato, prestandomi, una scrivania settecentesca di fattura veneta, una scala industriale e il tavolinetto che abbiamo utilizzato come base della vetrina.
Il tavolo in radica, la mia scrivania e base per lavorare, è di provenienza della famiglia di mio marito, più precisamente l’abbiamo spodestato dal negozio del papà di Luca, direttamente da Padova. I grazie non sono mai abbastanza per tutto quello che è stato realizzato per me, anche per chi è stato nel dietro le quinte.
La barca della mia avventura è stata realizzata grazie, e soprattutto, a tutte queste persone che hanno creduto in me, sostenendomi anche quando le mie idee non erano poi così facili da realizzare: la famiglia allargata ha colpito ancora, l’unione fa la forza, e quando si collabora esaltando ognuno le proprie competenze, il risultato non può che essere sorprendente.
Grazie!